Trieste, 12 Marzo 2019
TRATTA FERROVIARIA
TORINO-LIONE: NECESSARIA PER ALCUNI, NON PRIORITARIA PER ALTRI, POTREBBE INCIDERE
SULLO SVILUPPO DEL PORTO DI TRIESTE
Una nuova analisi costi
benefici che dimostra la validità dell'opera, le tesi sulla necessità di rinnovare
le infrastrutture esistenti, i rischi che si creino percorsi alternativi per
tagliare fuori l'Italia, ma anche la tesi secondo la quale non si tratta in
alcun modo di un'opera prioritaria.
Questo, in estrema sintesi,
quanto emerso ieri sera dall'incontro organizzato dal Propeller Club di
Trieste, avente per oggetto il collegamento ferroviario Lione-Torino – quale
tratta del Corridoio Ten-T da Lisbona a Kiev e le possibili conseguenze per
l'economia del Friuli Venezia Giulia ed il Porto di Trieste, legate alla
realizzazione dell’opera.
La serata è stata avviata
dall'intervento – in collegamento telefonico da Roma – del Senatore Stefano
Patuanelli, capogruppo del Movimento 5 stelle. «Il Porto di Trieste dimostra
come non sia sempre necessaria una nuova infrastruttura per aumentare i traffici.
Sono settimane che faccio interviste con tema unico la Torino-Lione. Se
vogliamo pensare che quello è l'unico problema del Paese, va bene, ma non credo
che stiamo rappresentando la realtà» ha detto Patuanelli, dopo avere spiegato
che, ad oggi, è quasi impossibile calcolare le ricadute di una mancata
realizzazione dell'opera sui singoli territori e su quello del Friuli Venezia
Giulia in particolare.
Danilo Stevanato
(consigliere dell'Agenzia Imprenditoriale Operatori Marittimi di Trieste), primo
dei relatori, ha rapidamente esposto una nuova analisi costi-benefici che
partiva da quanto già eseguito a livello ministeriale. Introducendo nuovi
parametri, è stata dimostrata la convenienza dell'opera sia a 50 che a 30 anni
dalla sua ipotetica conclusione.
Lodovico Sonego, già
Senatore e Assessore regionale del Friuli Venezia Giulia, ha invece ricordato
genesi ed importanza del Corridoio Mediterraneo, nonché le ultime decisioni in merito
all'Alta velocità/Alta capacità fra Venezia e Trieste. Dopo aver evidenziato
come il 40% circa del traffico su gomma che attraversa le Alpi passi dal Fvg,
Sonego ha spiegato come non siano in contrapposizione gli interventi di
upgrading sulle linee storiche e la realizzazione delle tratte ad Alta capacità
delle quali fa parte la Torino-Lione. «La Tav ci serve. Il conflitto reale – ha
concluso Sonego – è quello tra servizi con velocità diverse».
Della stessa opinione, in
merito alla necessità dell'opera, il professor Giovanni Longo,docente di
Trasporti ferroviari all'Università di Trieste. «Sulla Torino-Lione si parla di
una velocità di servizio di 200-220 chilometri all'ora. Si tratta in sostanza
di costruire linee ferroviarie moderne. Questo concetto contribuirebbe anche a
smussare quelle che sono contrapposizioni che vengono agitate nella ricerca del
consenso politico» ha spiegato il professor Longo. Abbattere i colli di
bottiglia e collegare i diversi Paesi membri dell'Unione europea, con una
vision molto alta, è l'obiettivo dei Corridoi ferroviari e, sempre secondo il professor
Longo, non ha significato parlare di concorrenza tra passeggeri e merci o tra linee
storiche e nuove linee.
Vera voce fuori dal coro è
stata, invece, quella del professor Sergio Bologna, storico, analista politico
e pubblicista, nonché presidente dell'Aiom (Agenzia Imprenditoriale Operatori
Marittimi) Trieste, che ritiene la nuova tratta da Lione a Torino della quale
si sta animatamente discutendo a livello nazionale, un'opera non prioritaria.
«Quando parliamo di treni merci, dobbiamo toglierci dalla testa l'idea di Alta
velocità. Se un treno merci va a 160 chilometri all'ora, è già un rischio» ha
detto Bologna. Secondo Bologna, l'attuale polemica serve a non discutere dei
problemi veri del Paese e così facendo si gioca una partita politica dove il
trasporto non c’entra nulla.
In chiusura di serata gli
interventi del vicepresidente del Consiglio regionale del Fvg, Francesco Russo,
secondo il quale il dibattito Propeller «... avrebbe meritato la presenza di qualche
membro del Governo. Almeno si sarebbero evitati alcuni errori grossolani (nell'analisi
costi-benefici, ndr). C'è in corso una grande mistificazione». E dell'Assessore
regionale ai Trasporti del Fvg, Graziano Pizzimenti. «Non so quanto valga la
pena fare una linea per due terzi e poi lasciarla lì abbandonata. È vero che la
partita è politica a non solo infrastrutturale – ha detto Pizzimenti - E' vero
che ci sono molti altri problemi ma è vero che fermi non si può stare.
Infrastrutturare il territorio è uno dei nostri obbiettivi».
«Trieste si sta conquistando
traffici e visibilità a livello internazionale che si possono trasformare in
nuove opportunità economiche e di occupazione. Trieste è il centro dell'Europa
e il Sud e l'Est dell'Europa stessa vogliono – ha commentato il Presidente del Propeller
di Trieste, Fabrizio Zerbini – che Trieste diventi un'alternativa ai porti del
Nord.
L'Italia deve scegliere di
non isolare se stessa e di non isolare Trieste, ciò che avverrebbe se il
Corridoio Lisbona-Kiev dovesse passare a Nord delle Alpi».
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